Recensione: The Bright Light Social Hour, Tempo libero di emergenza
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Recensione: The Bright Light Social Hour, Tempo libero di emergenza

May 26, 2023

La copertina dell'album mette in scena un baccanale da rock star che ricorda la copertina apribile di Beggars Banquet dei Rolling Stones, Emergency Leisure dei Bright Light Social Hour lo aggiorna con un restyling da discoteca Studio 54 - musicalmente, visivamente ed esteticamente. Quinto album dall'omonimo successo locale del 2010, il nuovo piatto da festa scandisce ancora un'altra esperienza audio straordinariamente trasportante. "Melodie al gusto di danza, scintillante anima retrò e inni da cantare insieme", citava la nostra recensione dell'LP di debutto, che rimane il marchio di fabbrica di Emergency Leisure, il miglior lungometraggio da Space Is Still the Place del 2015. Una delicata assenza di gravità, come una sorta di moonwalk musicale che rappresenta sia l'illusoria marcia indietro di Michael Jackson sia i passi giganteschi e i lunghi salti di Neil Armstrong, si manifesta qui come lo spazio interiore esteriorizzato in un cosmo infinito. Contemporaneando le onde sinusoidali progressive in synthwave retro-futuristiche, i TBLSH riaccendono una nicchia spettrale nella chillwave di Austin. Gran parte di questo va a Jackie O'Brien che canta una calma senza tempo: espansione mentale degli anni Sessanta, brusio degli anni Settanta, fluidità degli anni Ottanta, rusticana degli anni Novanta ed esistenzialismo di Aughts. I bassisti che cantano creano linee vocali vivaci. Il calore di un Wurlitzer e i ticchettii e le contrazioni – glockenspiel, tromba, sax – si sovrappongono a uno skitter-n-pop afrobeat di rassicurazione rockista. I creatori O'Brien e Curtis Roush (chitarra/voce) completati da Mia Carruthers (tastiere/voce), Zac Catanzaro (batteria) e Juan Alfredo Ríos (percussioni) levitano. Il crollo dei Pet Shop Boys in "Most High", una convergenza hippie priva di gravità; battiti di rimbalzo e chiavi celestiali che rifrangono "Amsalak" in narcosi caffeinata; e lo schiaffo della conga per "Eating Out My Mind" sono tutti una mossa. Il lato B distorce ("Death of a Lifer") e si distende ("Swollen"), ma "Call My Name" sobbalza, stritola, si distende.